Ciao Mondo 3!

logo_phobya

Phobya, azienda specializzata nel watercooling e nel modding, ha a catalogo numerose proposte che permettono sia di personalizzare il nostro PC dal punto di vista estetico, sia di aumentarne l’efficacia con un raffreddamento a liquido. Tra queste, oggetto unico nel suo genere ed in attesa di brevetto, troviamo il waterblock che andremo a recensire oggi.

 

 

PhobyaNano-G14-012

Presentato la prima volta a novembre del 2008, il waterblock ha subito una serie di perfezionamenti. Presenta una struttura lamellare micro filtrante che raggiunge un’efficienza nell’espellere il calore senza eguali. Altra caratteristica è il peso estremamente contenuto rispetto a soluzioni concorrenti. Ma andiamo a vedere più da vicino caratteristiche e comportamento del prodotto oggetto di questa recensione.

 

 


Presentazione del prodotto e Contenuto

L’imballo è sobrio, semplice e curato in ogni sua parte, come la spugna poliuretanica che protegge il prodotto da eventuali danni derivanti dal trasporto. apprezzato Apprezziamo molto il fatto che il waterblock è sigillato in una bustina trasparente, atta a proteggerlo dagli agenti atmosferici sempre pronti ad intaccare il rame, ossidandolo.

001a 001b 002

 

Aprendo la scatola, al suo interno troviamo il manuale stampato solo in inglese, francese e tedesco, il waterblock al centro e la bustina a lato contenente sia la pasta termica che la viteria di aggancio. Vediamo più da vicino ogni singolo componente.

 


 

Caratteristiche tecniche

Preso in mano, la prima cosa che ci colpisce è il peso di soli 86,5 grammi! Siamo quindi ben lontani dai vecchi blocchi in rame dall’aspetto massiccio.  Il lato estetico non è molto curato, ma come accennato sopra i suoi punti di forza sono ben altri, diciamo quindi che punta alla sostanza.

003

La parte nera centrale, ossia il corpo, è composta essenzialmente da 3 parti. La prima è il coperchio, nero, composto da polimetilmetacrilato, materiale ben noto per le sue caratteristiche strutturali: risulta infatti essere resistente sia all’azione di solventi chimici oltre ad essere molto compatto e resistente. La casa madre registrando il prodotto estende la garanzia dai 3 anni di base ad altri 2 anni per un totale di 5, a conferma della fiducia e delle garanzie che Phobya ripone nel suo prodotto. Per testare la solidità e la robustezza del prodotto, abbiamo provato a tirare al massimo le molle in fase di montaggio e il waterblock non ha dato nessun segno di cedimento. Come controprova abbiamo esaminato l’impronta lasciata dal contatto con la pasta termica, ed è risultata quasi perfetta, a dispetto di altri waterblock che vanno registrati avvitando e svitando le apposite viti. Insomma per il montaggio basta posizionarlo, inserire le molle, avvitare e il gioco è fatto.

 

004

 

La parte sottostante (base di contatto) è, come era opportuno aspettarci, composta in rame. Avremmo preferito una levigatura più fine ed a specchio per migliorare il contatto e quindi la dissipazione del calore. Il waterblock di per se non è molto spesso: notate il riferimento con la moneta.

 

005

 

Di seguito la viteria, e il tubetto di pasta termica, compreso nella confezione.

 

006

 

Vediamo infine nella successiva foto il waterblock più da vicino.

 

007

 


Schema di montaggio

Per prima cosa si nota il marchio dell’azienda inciso sulla superficie. Svitando le 8 viti e facendo attenzione a non perdere la controparte opposta (bullone) vediamo che il waterblock presenta un’anima di rame con delle micro canalizzazioni.

 

008 009 010

 

Come si può vedere, il segreto dell’efficiente sistema di dissipazione del calore sta appunto in questa piastrina spessa 1 millimetro. Questa consente di ottimizzare tramite 65 ugelli il flusso del liquido, mantenendo alto il rendimento sia che si abbia una pompa potente che non, ma questo lo vedremo meglio nel corso dei test.

 

011

 

Notiamo poi la base di contatto con il processore a micropin.

 

012a 012b

Ed ecco come risulta montato.

013

Potete notare poi dalla foto che i 2 raccordi risultano ben distanziati, merito della distanza tra i 2 fori (di entrata e di uscita) più che sufficiente.

Non ci dilunghiamo oltre e passiamo alla fase che tutti aspettiamo, quella di test.

 


Sistema di prova e metodologia di test

Al fine di uniformare e rendere quanto più attendibili i risultati, i test sono stati condotti con una temperatura ambiente di 21° C circa, misurati tramite termometro digitale. La CPU, un i7 975EE, è stata portata ad una frequenza di overclock di 4205 MHz per un consumo lineare sotto carico di circa 250 Watt. Per raggiungere questo carico è stato sollecitato anche il controller della memoria integrato nel processore. Le RAM usate per il test, delle Kingston, sono state portate sia ad una frequenza di default di 1600 MHz con timing 8-8-8-24 che in overclock ad una frequenza di 1740 MHz con timing CL7-7-7-20 1T. Nelle figure a seguire la configurazione di default e quella sotto overclock.

 

014a 014b

Come programma di test è stato usato uno dei più famosi programmi di torture test, LinX. Esso si basa sulle librerie Linpack e consente di stressare la CPU per verificarne la stabilità di funzionamento portando il carico su di essa al 100% su tutti i core. La sua efficienza è dimostrata dal fatto che è molto difficile completare con successo i cicli impostati; a conferma di ciò è la temperatura che genera sulla CPU una volta avviato il test, un vero torture test.

Di seguito la schermata di fine test, come potete vedere terminato con successo con entrambe le configurazioni default ed Overclock.

015a 015b

L’impianto usato per il test:

016

In sintesi il sistema usato per i test:

017

I test sono stati ripetuti per 3 volte, smontando e pulendo le superfici di contatto, rimettendo la pasta e rimontando  rispettivamente ciascun waterblock sul processore. Come pasta termica mi sono avvalso della Artic Cooling MX-2.

Altro fattore importante, abbiamo atteso che la temperatura del liquido giungesse a regime, prima di registrare i valori, eseguendo più volte il test.


 

Risultati del Test

Nel grafico di seguito la comparativa del nostro waterblock con i concorrenti di altre case.

Vediamo come il Phobya CPU Waterblock si distingue arrivando a competere con alcuni tra  i più blasonati del settore.

 

018

Non vi nascondiamo che siamo rimasto scioccati dalla differenza di temperatura che si è attestata a più di 10° con il waterblock della Ybris. Nel grafico a seguire i dati di temperatura e di portata con riferimento al consumo della CPU sotto carico (in overclock) prendendo come riferimento il waterblock Ybris Eclipse Full che dai test è risultato peggiore. Si possono notare che i valori di portata e di temperatura dell’acqua sono molto simili, ne consegue che l’efficienza nel raffreddamento come evidenziata dal grafico precedente premia senza riserve il waterblock della Phobya.

 

019


 

Conclusioni

PRO:

  • Prestazioni
  • High Flow Rate
  • Adatto a pompe di qualsiasi potenza
  • Peso
  • Resistenza
  • Garanzia
  • Prezzo

 

CONTRO:

  • Difficoltà nel montaggio
  • Delicatezza nella fase di smontaggio

 

Il Waterblock per Cpu Phobya ci ha lasciati senza parole! E’ un prodotto unico nel suo genere, ad iniziare dal sistema interno di interscambio del calore. Leggero ma resistentissimo, dà il meglio di se con qualsiasi pompa sia essa standard sia potente. Anche la distanza tra i fori di attacco per i raccordi è agevole. Il  rapporto qualità/prezzo per questo prodotto è estremamente alto, ne consigliamo l’acquisto senza indugi, 40€ sono davvero pochi per le prestazioni che è in grado di raggiungere. Ma passiamo agli aspetti che secondo noi andrebbero migliorati, come ad esempio estendere la compatibilità anche ad altri socket previa riprogettazione dei fori di attacco della staffa, che al momento è compatibile solo per il socket 1366. Esistono anche le versioni per socket 1156, 775 ed AMD ma avremmo preferito avere tutte le staffe in un unico prodotto.

Altro fattore è la delicatezza nello smontaggio per le operazioni periodiche di pulizia. Richiede una certa manualità e precisione, avendo parti un po’ delicate come l’O-Ring di sezione molto fine che basta davvero poco per romperlo. Abbiamo riscontrato diversi problemi per tenere ferma la guarnizione O-ring nella sua cavità; alla fine ci siamo aiutati con il coperchio (base di rame), facendola scorrere lentamente e controllando che l’o-ring fosse nella sua sede. Altra piccola noia per chi possiede pompe potenti, abbiamo notato che il sistema di micro canalature ritarda la fase di spurgo dell’aria nel circuito.

 

Un ringraziamento va ad Aquatuning.de per l’invio del waterblock.

 

oro

 

Prestazioni : 5 stelle - copia 2
Rapporto qualità/prezzo: 5 stelle - copia 2
Complessivo : 5 stelle - copia 2

Valter d'Attoma

Pubblicità