Ciao Mondo 3!

Kryos Cuplex AquaComputer XT

Indice articoli

004

Oggi analizzeremo il Kryos Cuplex XT, la punta di diamante della serie di Waterblock per processori, prodotto da Aquacomputer. L’azienda è riuscita a realizzare un prodotto dalle caratteristiche uniche, sia per quanto riguarda l’elevata compatibilità di aggancio, sia per la sua efficienza in termini di raffreddamento e strozzatura di portata.

 

Pubblicità



000aquacomputers_logo1

Presente sul mercato con un catalogo molto vasto, l’azienda tedesca Aqua Computer GmbH & Co si è fatta conoscere sul mercato per la qualità dei suoi prodotti. La maggior parte di essi sono realizzati completamente dalla casa, avvalendosi di macchinari ad alta tecnologia, come Laser NdYAG e CO2 nonché centri di fresatura a controllo numerico, sia per la lavorazione della plastica che del metallo. Anche la componentistica elettronica viene realizzata da ingegneri espertissimi di Aquacomputer. I suoi prodotti rispettano i più alti standard di qualità.

 

Ma veniamo al prodotto oggetto di questa recensione. Il Kryos Cuplex, in generale, è presente a catalogo in ben 4 versioni, che si differenziano da piccoli particolari. Esaminandoli da vicino, la variante con la sigla finale XT, è superata solo dalla versione con la sigla finale HF che ha il top in rame, ma per quanto riguarda le prestazioni non ha nulla da invidiare al modello top di gamma. A seguire con caratteristiche inferiori vi sono il Kryos Cuplex Pro e il Kryos Cuplex Delrin. Il fattore che accomuna tutta la serie è la base composta da ben 2000 micropin. A primo sguardo notiamo subito il Top in ottone nichelato e l’adozione dell’ultimo sistema di fissaggio a staffe integrate nel waterblock. La variante Pro si differenzia per Top in ottone mentre la variante Delrin è priva della staffa di fissaggio posteriore, ha il Top in acetal nero e il sistema di fissaggio di precedente concezione.

 


Presentazione del prodotto e Contenuto

001a

001b

Come possiamo vedere dalla foto, il prodotto si presenta a prima vista esteticamente accattivante, possente sia come dimensione sia come peso. La base di contatto è perfettamente a specchio, questo per massimizzare l’aderenza con la CPU ed evitare micro bolle d’aria. Risaltano le uniche quattro viti che consentono di assemblare comodamente il waterblock e per l’appunto le staffe. Più precisamente tengono insieme il Top con la base in rame e le quattro staffe.

002

I fori esterni di aggancio delle staffe permettono una compatibilità di montaggio universale che spazia dai vari socket Intel ai socket AMD. In sintesi i socket compatibili per Intel sono LGA 1366/1156/775 mentre per la controparte AMD sono rispettivamente i sochet AM2, AM2+ e AM3. Nella figura a seguire si distinguono le parti a corredo che sono le viti, le molle e il back plate da posizionare dietro la motherboard.

 


Caratteristiche tecniche

La base è formata da un unico blocco di rame lavorato a fresa. La precisione della lavorazione è eccellente, e ciò è dimostrato dal fatto che non state trovate imprecisioni e/o difetti. Il suo cuore è una matrice a 2000 pin, dove ciascun pin copre un’area di 0,1 mm². Il peso totale del waterblock, compresa la staffa di montaggio ma senza raccordi è all’incirca di 300 grammi.

004

Tenendo presente che il foro d’entrata, come specificato dal manuale che accompagna il prodotto, è quello centrale, guardando la foto di seguito, del waterblock smontato, il liquido viene spinto per effetto della pressione generata dalla pompa sui micropin e, attraversandoli, dissipa il calore generato dal contatto con la CPU. In seguito il liquido esce dall’unico foro rimasto. Dal punto di vista della manutenzione c’è da dire che è facilmente smontabile per eseguire le periodiche operazioni di pulizia, grazie alle sole quattro viti presenti nella parte sottostante.

005

Notiamo la parte superiore con i due O-ring che fanno da guarnizioni da tenuta, la base in rame con i suoi 2000 micropin mostrati in dettaglio nelle foto a seguire. Per non danneggiarli si possono pulire con un vecchio spazzolino da denti, che è sicuramente adatto allo scopo.

 


Schema di montaggio

Particolare attenzione deve essere posta alla scelta dei raccordi, poiché i fori filettati di attacco sono troppo vicini per permettere l’uso di raccordi a compressione a ghiera larga, come ad esempio quelli della Bitspower, Feser o Koolance da 3/8” – 1/2”. Questo problema incorre però solo nell'esemplare recensito, mentre la nuova versione in commercio ha una distanza tra i fori che permette di utilizzare anche i raccordi più grandi come i 10-16mm, presentando un interasse analogo a quello presente nel modello di punta HF.

008a

Di seguito lo schema dell’esploso che rende l’idea di come assemblarlo.

008b


Sistema di prova e metodologia di test

Al fine di uniformare e rendere quanto più attendibili i risultati, i test sono stati condotti con una temperatura ambientale di 21° C. La CPU, un i7 975EE, è stata portata a una frequenza di overclock di 4205 Mhz con 1,4V di vcore, per un consumo lineare sotto carico di circa 250 Watt. Per raggiungere questo carico è stato sollecitato anche il controller della memoria integrato nel processore. Le RAM usate per il test, delle Corsair Dominator GT 2000, sono state impostate a una frequenza di 1740 con timings CL7-7-7-20 1T.

009a

Come programma di test è stato usato uno dei più famosi programmi di torture test, LinX. Esso si basa sulle librerie Linpack e permette di stressare la CPU per verificarne la stabilità di funzionamento, portando il carico operativo al 100% su tutti i core. La sua efficienza è dimostrata dal fatto che è molto difficile completare con successo i cicli impostati. A titolo di paragone rispetto a Prime95 le temperature massime raggiunte da LinX sono superiori di 3° – 5°. Le temperature sono state misurate mediando quelle rilevate sui quattro core attraverso il software RealTemp.

009b

L’impianto usato per il test è così composto:

010

In sintesi il sistema usato per i test:

011

I test sono stati ripetuti per tre volte, smontando e rimontando rispettivamente ciascun waterblock dal processore. Logicamente è stata usata nuova pasta termica ogni volta. Come pasta abbiamo utilizzato l’Arctic Cooling MX-2.

Altro fattore importante, abbiamo atteso che la temperatura del liquido giungesse a regime, prima di registrare i valori, dopo aver eseguito più volte LinX.


Risultati del test

Nel grafico di seguito mostriamo le temperature rilevate sulla cpu comparando quelle del nostro waterblock con quelle di waterblock di altre aziende.

Vediamo come il Kryos Cuplex XT mostra gli artigli arrivando a competere con i più blasonati del settore.

012

Altri valori interessanti rilevati durante i test sono quelli concernenti il flow rate del water block e le temperature in ingresso e in uscita del radiatore.

013


Conclusioni

oro

Prestazioni : 4,5 stelle
Rapporto qualità/prezzo: 4,5 stelle
Complessivo : 4,5 stelle

Di certo non possiamo che rimanere colpiti positivamente da questo prodotto di AquaComputer.

Da notare che son pochi i waterblock che consentono di avere un grado di efficienza elevato senza sacrificare la portata, con la conseguenza di rendere il lavoro della pompa particolarmente difficile e far perdere efficienza totale all’impianto. Il Kryos Cuplex XT si è dimostrato un gioiello di tecnologia e perfezione. Gli ingegneri sono riusciti a creare un prodotto che può battersi quasi alla pari con il migliore sul mercato, l’Apogee XT, migliorando su quest’ultimo la portata. In questo modo è possibile evitare l’acquisto di una pompa più potente nel caso in cui volessimo installare altri waterblock nell’impianto.

Tra gli svantaggi di questo prodotto c’è da dire che non tutti i raccordi possono essere usati con il Kyros Cuplex XT, specie quelli a compressione. Come detto, infatti, con il modello in nostro possesso, bisogna quindi studiare e scegliere bene il tipo di raccordo, in modo che sia compatibile anche con la dimensione del tubo in uso nell’impianto. Se invece avete la nuova versione con interasse tra i fori maggiorata, il problema non persiste.

Occorre infine dare merito agli ingegneri di Aquacomputer per aver risolto i problemi presenti nei primi prototipi per il montaggio su schede madri come la DFI UT X58 oppure le EVGA 758-760.

PRO:

- Bassa caduta di pressione

- Estetica accattivante

- Facilità di smontaggio/pulizia

- Efficienza

CONTRO:

- Difficoltà di montaggio sul socket

- Fori d’ingresso/uscita del liquido troppo vicini (risolto nella versione attualmente in commercio)

Ringraziamo AquaComputer per l’invio del waterblock.

Corsair

Articoli Correlati - Sponsored Ads